mercoledì 5 dicembre 2012

L'Uomo con i Baffi.




















https://www.youtube.com/watch?v=W1GMDXYkdV8



“Non era cominciato bene quel viaggio.

Era l’8 di aprile e, obbligato da un compito lavorativo, in una
mattina infernale, battuta da forti piogge e fitta di nebbia, gli toccò affrontare un
lungo viaggio, in compagnia del datore di lavoro per visitare un possibile,
potenziale cliente.
La piccola ditta per cui lavorava allora, a carattere decisamente “familiare”,
viveva perennemente sull'orlo del collasso finanziario e non si precludeva
quindi nessuna possibilità di acquisizione di ordini.
Lui, come responsabile, un po’ di tutto ovviamente, non poteva non esserci.
Durante il viaggio, su un vecchio derelitto furgone, condotto dal principale, “mister Campari” già
ben “carburato” da una consistente dose di alcool, si ricorda che questo, ad un
tratto, tentò una manovra di sorpasso da suicidio.
Il retro dell’autotreno che comparve nel cambio di corsia aveva la forma della
porta di ingresso del paradiso, almeno per lui, per l’altro quella di un bar che
serviva alcolici gratis, probabilmente.
Scampato, per un vero miracolo, l’impatto mortale, F esplose, e urli e insulti
indirizzati a quell'imbecille di antropomorfo, riempirono per molti minuti, la
cabina di quella specie di veicolo.
Se doveva morire, togliendosi la vita, pretendeva di farlo da sè, secondo il suo
stile e non secondo quello di un assatanato ubriacone da osteria.
Cadde poi un imbarazzante silenzio fino alla destinazione.
Così quell'8 di aprile F conobbe “l’uomo con  i baffi” un incontro che, forse più di sempre, gli
avrebbe cambiato l’esistenza.
L’uomo, per quanto dica e racconti ancor oggi di F ricordandolo simpaticamente,
come un maglione sgualcito che camminava da sé, era un uomo che, a sua
volta, appariva assai più vecchio della sua età: non ne aveva ancora cinquanta,
ma, a colpo d’occhio nessuno si sarebbe stupito se ne avesse dichiarati una
decina in più.
Aveva pochi capelli solo sui lati della testa e due grossi baffi neri.
L’aria era assente ed annoiata, triste forse, mentre F era intento ad illustrare
l’attività della ditta che rappresentava cercando a sua volta di comprendere se
potessero sussistere delle condizioni per offrirne i servizi.
L’uomo, nella completa assenza, guardava altrove, lo sguardo fisso su qualcosa di
incomprensibile dato che da quel lato c’era solo una nuda parete.
E dire che li aveva convocati lui, tramite una comune conoscenza, …….
F si ritrovò a parlare da solo, scorrendo le pagine di un “book” di realizzazioni
che usava in modo consueto durante le presentazioni.
Ad un tratto, come risvegliato improvvisamente da un lungo letargo, la mano
dell’uomo cadde pesantemente su di una pagina del libro fermandone lo scorrere.
“Ecco questo mi interessa, è da tempo che cercavo qualcuno che potesse
realizzarlo”.
L’uomo con i baffi  adesso sorrideva ed era perfettamente presente e lucido.
Con il tono simpatico e affabile, caratteristico del suo accento regionale …….”



Quanto tempo è passato, ti ricordi?
Hai tagliato i baffi, sei ringiovanito, hai cominciato a vivere.
E quanto insieme abbiamo condiviso, quanti pianti, quante gioie.
I ruscelli dei termosifoni del mio alloggio, dove, a volte, ti fermavi a dormire e mi stavi ad ascoltare nel sonno, risvegliandoti solo di tanto in tanto, rispondendomi a cose che ti avevo detto almeno dieci minuti prima.
La curva del cucchiaino, le scarpe “valleverde”, le condivisioni di indimenticabili cene con la tua famiglia, quella che adesso non c’è più.
Quel piccolo stupore che nella stranezza dei tuoi sguardi riservavi all'eloquenza nei miei confronti della tua meravigliosa madre.
I viaggi sulla navicella spaziale, i pianti che ti hanno reso forte, la porta del bagno scardinata per rendere almeno orizzontale un materasso tutt'altro che ortopedico, le tue provocazioni, le mie, le nostre testardaggini, divergenze, quell'amicizia che da sempre era un “interesse”, ovvero qualcosa di interessante.
L’uomo senza baffi, l’uomo del passo indietro, l’uomo che nel pianto di un viaggio, ferito nel profondo, è divenuto uomo capace più di sempre di andare piano e tornare in fretta.
Ho imparato molto, ho avuto molto, spero di aver reso qualcosa, oltre le mie sciocche, incomprensibili “poesie”, i miei scritti indecifrabili, i miei progetti metafisici, gli occhiali da notte, Leo l’inventore, gli “mvc” al posto che i “tvb”sugli sms , le “jam session” dove liberavi parole argute e spontanee, sul sottofondo della mia chitarra, la mia “civilizzazione” ….
È arrivata una malattia a fermarti, e non solo.
Ho un bellissimo ricordo: in tre a braccetto, sotto i portici affollati di una città che cantavamo a squarciagola senza ritegno: ..… e non ci lasceremo mai …… abbiamo troppe cose insieme …… , prima che ti si proponesse di cercare un gatto, in una camera da letto …. prima che mi versassi tu, da ospite, vino che gli ospitanti non mi offrivano …..
Un altro: io e te con il braccio rotto e ingessato che facevamo le guardie del corpo al sosia di un famoso politico …. bevendo champagne diversamente dal lambrusco servito al politico vero ….. per poi “accompagnarti” virtualmente ad accendere candele in una chiesa ……..
E quanti ancora non lo so.
In fondo quella magia l’ho interrotta io, e non potrò mai spiegartene il vero motivo.
L’ho interrotta nell'unico modo possibile, sfiorando quella parte di te che non potrà mai concedere nessun perdono o comprensione.
Eravamo amici io e l’uomo con i baffi, molto di più che amici, dopo che li ha tagliati.
Passato prossimo, o remoto, nessun futuro, nessun altra cosa insieme.
Mi ha aiutato a cambiare la vita, in meglio, aprendo cuore, mente e prospettive.
Il resto è come sempre, per tutti, solo solitudine, ognuno con i suoi zaini e le sue zavorre.
È rimasto un bene profondo, anche se alle giuste distanze, quelle alle quali ha sempre auspicato il destino dei miei interlocutori ….
Ricordi amico mio?
“Solo dopo che ho conosciuto il peggio ,il …… , ho imparato ad apprezzare il meglio”.
Credo non riscriveresti più il contrario.
Non è più con ragione o torto che conta.
Tu hai tagliato i baffi, io i capelli e forse abbiamo imparato insieme la forza del pianto e la debolezza di un vero sorriso.
Ti ho voluto bene  "ex uomo con i baffi”, e , alle giuste obbligate distanze non smetterò mai di volertene.

…… abbiamo avuto troppe cose insieme ………



FranzK.


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