venerdì 4 maggio 2012

Almeno Tu.





Ne hai passate.
Ti ricordi.
Quel viaggio.
Senza fine.
Quell’angolo.
Buio.
Nel poco di una terra perduta.
Disidratata.
Strappata.
Rimossa.
Dal suo giaciglio.
Pieno di fresco.
E di cure.

Ti ricordi.
Quel tremendo viaggio.
Arso di passato.
Senza un certo futuro.
Che non fosse timore.
Di altri giacigli.
Non tuoi.
Che non fosse passione.
E agonia.
In quell’angolo buio.
Del disinteresse.
Di un forse e basta.
Senza attenzioni.

E ti ricordi tutto.
Conservi.
Nella linfa.
L’essenza di terra madre.
Così lontana.
Perduta.
Per sempre.
Di madri che ti hanno strappata.
Con le loro mani.
Senza un futuro.
Sicuro.
Che potesse accoglierti.
Custodirti.

Stamattina sono arrivate.
Le macchine.
Senza pietà.
Degli uomini.
A cercarti.
A stanarti.
Dal nascondiglio dell’ombra.
Dal freddo dell’inverno.
Dai primi tepori.
Della primavera.
Sono arrivate senza pietà.
Le macchine degli uomini.
Per sapere la verità.

Timida e pallida.
Forte come la morte.
Secca e smagrita.
Secca come polvere.
Hai disteso le tue braccia.
Rachitiche e imbrunite.
Che più forti della morte.
Hanno scelto di vivere.
Per te.
Non ti ha strappata.
Dal nuovo giaciglio.
Il tuo orgoglio.
Il tuo passato.

Almeno tu.
Più forte del coraggio.
Più debole della follia.
Hai scelto di vivere.
Contro ogni razionalità.
Ogni legge.
Ogni pregiudizio.
Ogni affermata sicurezza.
Ironica sentenza.
Prima del tempo per un sentenza.
Giusta.
Hai scelto.
Di vivere.

Almeno tu.


FranzK.


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