martedì 6 marzo 2012

La Femminilità.





Ho chiesto.
A molte donne.
Un esempio.
Una definizione.
Definita.
Di cosa potesse essere per loro.
L a femminilità.
Spiegata a un uomo.
Forse impossibile.
In poche.
O molte parole.

Ho un database.
In Access.
Con query.
E tutto il resto.
Ho provato ad interpolare.
Con un foglio di excel.
I dati a mia disposizione.
Parole.
Dilatazioni delle pupille.
Variazioni  feromoniche.
Deviazioni delle correnti superficiali della corteccia.

Non ne sono uscito.
Non ho soluzione.
Risposta.
Perché non è bellezza.
Troppo mutevole con le mode.
Non è maternità.
Necessità antropologica.
Non è corpo.
Carne.
Forma.
Semplice profumo o reggicalze in seta.

Forse in parte so cosa non è.
Per matematica statistica.
Matematica dei poveri.
Forse ho compreso.
La negazione.
Statistica.
Parziale.
Di cosa non è.
O parte di cosa non potrà mai essere.
Ma nonostante il metodo scientifico.
Non ho compreso cos’è.

E le discussioni al bar.
Di stanotte.
Ascoltate .
Mi hanno confuso ancor di più.
Riguardo la masturbazione.
Secondo quale antipode.
Se prima femmina o maschio.
Quale analogica o digitale.
Solo mentale ovviamente.
Narrata da una femmina molto femminile.
A maschi maschili.

Io lì nel mio angolo di ascoltatore.
Al solito.
A cercare di captare segnali.
Finalmente esaustivi.
Nulla.
Resta un segreto.
E sono arrivato ad una conclusione.
Meglio così.
Meglio “sentirla”.
Che cercarne le regole.
Le leggi.

Le migliori raccolte?
“un nido”
“una cosa tonda”.
“il meglio della sensibilità”
Le peggiori?
Meglio ometterle.
Le ho cancellate anche dal database.
E dai fogli di excel.
Meglio percepirla.
Quella rarità.
Che è l’unica cosa che completa.

L’altra metà dell’universo.
Alla quale appartengo.
In grado di “sentirla”.

Di gustarne la parte mancante.
Nella rarità del raro di quando, raramente, ci inciampiamo sopra.


FranzK.

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