domenica 25 marzo 2012

Il Diavolo nella Tazza.





Una tazza colma di veleno.
Chiusa da un lato.
Dall’altro un sottile foglio di carta.
La rovesci.
E il veleno non esce.
Nulla da fare.
Tensione superficiale di bordo.
E nessuna possibilità.
Per far entrare ossigeno.
E uscire veleno.
Come un diavolo persistente.
Nidificato.

Finisci per affezionarti.
Al tuo veleno.
Al tuo diavolo nella tazza dei tuoi ventricoli.
Appena modellati.
Finisci per sentire tuo quel veleno.
Scambiandolo per amorevole caffèlatte.
Chiuso da un lato.
Per natura.
Quel cilindro.
Di emozioni avvelenate.
Chiuso da un sottile foglio di carta innaturale, dall’altro.

Umida sui bordi.
Di veleno a elevato punto di evaporazione.
Goccioline persistenti.
Di sensi di colpa.
Di abitudini.
Di affezione alla “normalità”.
Di produttori di veleni.
Di madri avvelenate.
Dentro i seni.
Non di latte rilassante.
Ma di false libertà.

Mucche da travaso.
Non di serotonina di buonumore.
Ma di veleno corrosivo.
Alienante.
Di possesso.
L’ossigeno della libertà è colmo d’altro.
Di responsabilità
Di “no”.
Per crescere davvero.
La libertà non è possesso.
Ma distacco.

Di quella piccola membrana.
Appena sollevata dal bordo della tazza colma di veleno, non di latte, solo un poco.
Che lascia entrare ossigeno.
E uscire veleno.
Non tuo.
Rimarranno umide le pareti.
Di diavoli e veleni.
Ma la superficie di scambio diverrà grande.
E  tutto quell’ossigeno.
Le asciugherà.
Nel tempo.
Nella buona stagione calda.

Lasciando solo il meglio della vita.
Pareti pulite e trasparenti.
Da colmare con altro veleno, altri diavoli.
O solo buon latte fresco.
Pieno di ossigeno.
Pieno di vera Libertà.
 

FranzK.

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