domenica 15 aprile 2012

L'Algoritmo dell'Amore.





Costruivo algoritmi tanti anni fa.
Quando la mente era giovane e fresca.
Lucida come un pavimento incerato.
Dove scorre tutto.
Facile e veloce.
Con il solo rischio di perdere l’equilibrio.
Ma avevo anche un ottima capacità motoria.
E sono sempre rimasto in piedi.
Partivo da molte variabili.
Indipendenti.
Ognuna con una sua legge.
Con una sua formula certa.
Una curva ben delineata.
Da una formula matematica senza numeri.
Solo logica.
E unità di misura certe.
L’alfabeto di fenomeni naturali.
Come un aforisma senza doppi sensi.
Un’affermazione certa.
Costruivo algoritmi, cercando le interpolazioni corrette.
Cosa mai potesse unire quelle variabili.
Ognuna con una sua legge.
Indipendente dalle altre.
Per trovarne una che potesse farle sposare.
Unica, univoca.
Il contatto giusto.
Per dare origine a una legge comune.
Nel rispetto della diversità delle loro leggi singolari.

Ma per l’amore non ci sono mai riuscito.
A capirne leggi certe.
Anche frammentate ma sicure.
Per poterne definire l’algoritmo di sintesi.
Profumi?
Sensazioni?
Empatia?
Simpatia?
Attrazione?
Sintonia?
Interessi comuni?
Intesa?
Attesa?
Fiducia?
Tremori?
Impulsi?
Oroscopi?
Profili compatibili?
Diversità?
Età?
Prospettive condivisibili?
Caratteri?
Uguali?
Opposti?
Ricchezza?
Povertà?
Condizione?
Valori?
Prove?
Percezioni?
Necessità?
Compromessi?
Sessualità?
Antropologia?
Riproduzione?
Stereotipo?
Normalità?
O solo chimica?
Cellule?
Adatte.
A una reazione non termodinamica.
Che produce di più di quanto usa.
Oltre qualsiasi legge.
Della fisica razionale.

Così ne io ne altri siamo riusciti a costruire un algoritmo.
Forse per fortuna.
Sarebbe finito nel digitale anche lui.
Nel caotico transitorio di qualcosa che presto verrà superata.
E forse la vita perderebbe le sue sorprese.
Il suo significato.
Come quell’assioma dogmatico che per filosofia e teologia  enuncia:
se un giorno Dio in persona venisse a bussare alla tua porta la vita non avrebbe più alcun senso.

Meglio così probabilmente.
Non è necessario digitalizzare profumi.
Non cambierebbe nulla.
Neppure sensazioni.

Ma di una cosa sono certo.
Se , nel silenzio condiviso, stai meglio, molto meglio che solo, forse quello è amore.
Non è un algoritmo.
Solo una certezza.
Priva di matematica quanto riproducibile secondo il metodo scientifico.
Basta provare.
Avere il coraggio di appoggiare la palpebra al cannocchiale Galileano.
Senza neppure strumenti così sofisticati.
In ogni luogo, in ogni momento.
Ogni natura in fondo ha il suo alfabeto.
Il tuo meglio nel silenzio condiviso è la vera prova d’amore.
L’unico algoritmo possibile dell’amore.

Di quello Vero.


FranzK.

1 commento:

  1. E' molto bella Franz, e così bella da potere essere indossata da tutti, calzerebbe sempre e comunque perfettamente...Un abbraccio Franz.

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