giovedì 9 febbraio 2012

Perchè non si può?






Perché non si può cambiare?
Perché nessuno o proprio pochi hanno il coraggio di dire che è il modello che non funziona più?
Il modello basato sul sempre di più, sul Pil.
Con radici in una finanza selvaggia e priva di scrupoli, che sta finendo per non riuscire più a produrre nulla di buono.
Basta scherzare su questi argomenti, quello che stiamo vivendo è tutt’altro che uno scherzo, una passeggera “crisi”.
Con radici in una finanza serva dei poteri delle risorse, quanto padrona di qualsiasi politica.
Non è uno scherzo stampare soldi che non hanno controvalore reale, non può essere un gioco.
Ci sono intere generazioni che stanno morendo di speranze in qualcosa che non ci sarà mai più.
Quando?
Temo per semplice e razionale visione della realtà, troppo presto.
Ma è la verità il terrorismo o lo è la menzogna?
Una verità che deve credere profondamente nella speranza ma non può annegarsi nel veleno dell’incapacità totale di cambiare davvero.
Questa è follia, perpetrata tutti i giorni senza nessuna capacità di arrestarla, senza alcuna vera coscienza di automatismi che sono divenuti perversi oltre che pervertiti.
Il colore è grigio scuro tendente al nero, si parla di rigore, lo si impone basta che non cambi nulla.
Secondo il mio umile parere questa è morte allo stato puro, perché non è il rigore l’equità o chissà quale altra “cattolica” buona intenzione che può allontanare il baratro.
Smettiamola di scherzare, e proviamo a cambiare davvero.
Perché, mi chiedo, nessuno ma proprio nessuno vuole mettere in discussione il sistema redistributivo basato sul “lavoro”?
Quando siamo divenuti talmente bravi che abbiamo capacità produttive che superano senza limiti quelle che poi abbiamo da consumatori?
Perché nessuno si pone un problema vero e serio che, a questi ritmi, ci porti dritti a una Rapa Nui, non desertificata, ma colma di immondizia?
Desertificata nelle risorse energetiche primarie trasformate in inutile e, senza energia, senzaa alcuna possibilità che resti tale.
Mi chiedo ancora perché un modello non può essere fondato sulla vita e sull’intelligenza, non può rallentare, non riesce a fermarsi un momento a ragionarci sopra con un minimo di serietà.
L’unica energia di cui abbiamo immensa necessità, in questo momento è quella del pensiero.
Libero.
E cambiare si può, basta che lo si voglia davvero.
Basta la sufficienza di smettere di essere zombie o burattini travestiti da intellettualoidi plurilaureati, quanto legati a tripla catena con chi di scrupoli non se ne fa nemmeno uno.
È la vita che dobbiamo promuovere, non i posti di lavoro.
Il pensiero non la crescita dell’immondizia da Pil.
Anche quella da bolle finanziarie che sono in grado di quotare in una borsa solo speculativa e dissennata un Facebook cento miliardi di dollari mentre Benetton se ne scappa da quel luogo tranquillo e sereno.
E smettiamola di scherzare su questi argomenti, smettiamo di disonorare la nostra natura piena di virtù.
C’è solo una cosa che deve “riprendersi” per evitare riprese catastrofiche.

Il pensiero.

Libero.

FranzK.

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