mercoledì 29 febbraio 2012

Nella Borsa di una Donna.





C’è qualcosa di inquietante.
Nella borsa di una donna.
Almeno  per me.
Che non sono e non sono mai stato un gigolò.
C’è un mondo.
Una vita.
Un big-bang.
Una apocalisse biblica.
Uno tsunami imprevedibile.
Anche se ha una sua logica, un sistema di riferimento complesso ma logico.
A 12 assi minimo.
Forse più che Cartesiani , curvi secondo la deformata spazio-temporale.
Una vita con un suo proprio DNA.
Un metabolismo bio-illogico ma con una sua logica.
Nel confronto con un semplice portamonete di un uomo, mi venga concesso il perdono, solo bio-illogico.

Nella borsa di una donna  c’è una sorta di caos primordiale.
Anche se con un suo ordine ben preciso.
Secondo le leggi matematiche del caos.
Funzioni complesse, a variabili quasi infinite.
Da un telefono  dato per “perso” anche se sta suonando.
Drammaticamente introvabile. (e che, nell’ossessivo e compulsivo frugare, lo diventa sempre di più)
A  un astuccio di fard datato e secco.
Dall’ultima tinta di rossetto.
Mai usato.
Ad un anello di fidanzamento di dieci anni prima.
Piccole forbici.
Sistemi a spruzzo antiscippo scaduti.
Limetta per le unghie.
Ago e filo a volte.(!?)

Piccoli specchi.
Rotti a volte.
Ricordi dell’infanzia, ricordi del giorno prima.
Confezioni di tampax (questo lo capiamo anche noi uomini ….)
Piccoli flaconi di amuchina.
Acetone.
Smalto per unghie.
Antiemicranici.
Antidepressivi.
Antidolorifici.
Deodoranti.
La pillola del giorno dopo.
Caramelle dietetiche.
Dolcificanti senza zucchero.
Da maschio non gigolò e anti maschilista mi sia concesso.
Se mai un idraulico riuscisse ad infilare tutti gli attrezzi nella sua cassetta dei “ferri” secondo quella strana legge della borsa di una donna ……
Non farebbe, al minimo, pagare la chiamata.
E il contenuto non è nulla.
Rispetto alla “bambagia” nel quale è avvolto.
Almeno 8 pacchetti nuovi di fazzolettini di carta.
E almeno il contenuto di 23 usati per modo dire e teneramente accartocciati e infilati dentro.
Spille.
Forcine.
Collane di ricambio.
E poi il peggio.
Gli scontrini fiscali.
Gli scontrini fiscali di almeno un lustro precedente fino all’ultimo.
Quello relativo all’ultimo acquisto.
Di scarpe ovviamente.

Questo il “brodo” sospensivo.
Del tutto.
Al minimo.
Tranne quando, tacchi a spillo e tubino ……
Si impone ……. la “sola” pochette.
Un dramma.
Ecco perché.
Quando le invitiamo ad una cena romantica.
Sono irrequiete.
Si sentono deprivate del loro mondo.
Che non potrà mai infilarsi tutto in quella piccola, miserabile pochette.
Paghiamo noi, lo sanno.(almeno quelli della mia “epoca”).
Evitando di infilarci, in quella minuscola pochette il loro portamonete.
Che merita una dedica a parte, un’altra volta.
E voi, noi uomini, crediamo che il solito ritardo, la lunga consueta attesa, sia per il trucco.
Macchè!
È solo dovuto per scegliere quel “minimo” per la pochette.
Impieghiamo di più noi a prepararci!
Temiamo di più noi maschi i cattivi odori, le pelurie in eccesso, il giusto colore della camicia.
Loro hanno solo quell’unico problema.
Cosa ci starà, di quel rassicurante mondo della capiente borsa quotidiana, nella minuscola pochette?

È necessario comprendere e pazientare.
Nella borsa di una donna c’è tutta una vita, una sicurezza .
Sua.
Mai provato a chiederle di metterci le mani?
Di dare anche solo una semplice sbirciatina?
Finisci minimo come Muzio Scevola  al quadrato.
È il loro mondo.
Il loro modo.
Dentro in quella borsa c’è parte o molto della loro intimità.
Si comprende anche perché regalare una borsa ad una donna non differisce quasi, in investimento, a regalarle il “per sempre” di un diamante …….
I costruttori di borse lo sanno.
E non è speculazione la loro.
Ma accurata progettazione e scelta di materiali.
I carichi di progetto e le modalità d’uso lo impongono.
Costano care perché sono piccoli capolavori di ingegneria.(secondo me il design in questo caso è solo una scusa).
Devono contenere una vita complessa e abbondante.
Almeno per noi.
A noi basta il metacrilato di una carta di credito.(carica ….)
La patente.
La carta d’identità.
E la foto ricordo della mamma.
Poco altro.
Un portamonete da uomo è un prodotto da “cinesi”.
Come lo è la nostra (non posso dissociarmi, non sarei credibile qui) eccessiva  “semplicità” di intenti (!).

E, ad una donna, molte volte, di te, basta il rigido del metacrilato della carta di credito.
(è venuta per sbaglio, lo giuro ….)
Mentre se mai ti innamorassi davvero di lei.
Tu, da maschio innamorato.
Vorresti tuffarti nella sua borsa.
Diventarne non solo parte , ma principale contenuto.
Senza mai capire che non è possibile.
Divenirne il principale contenuto.
Ma, al meglio, parte del resto, del brodo primordiale avvolto nell’elegante e morbido contenitore.
Solo una piccola parte.
Accontentandoti, una tantum, con un sontuoso invito a cena, di contemplarla.
Finalmente.
Nello “smarrimento” e nella “nudità”.

Del suo stupendo semplice.
Di una piccola pochette.


FranzK.

p.s.
ovviamente non per tutte, tranne lo stupendo semplice.

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