domenica 26 febbraio 2012

Gli Uomini Cuccioli.






Avevamo scalato la montagna.
Con tanto sudore e fatica.
Costeggiato quel bellissimo lago.
In alto, a strapiombo sulle sue acque immacolate.
Fino in fondo.
Dove il sentiero scendeva fino alla sua superficie immobile, fredda, calma.
Diradandosi in una piana incantata, attraversata dal piccolo rivo che lo alimentava scendendo dal ghiacciaio.
In mezzo ai larici, al profumo della loro lacca.
Tra le tane di marmotte fischianti e piccoli giardini di fiori speciali.
Lontano da tutto, da tutti.
Scegliendo accuratamente il luogo dove proteggerci, riposare nelle notti che avremmo trascorso in quel luogo.
Il mondo avrebbe rimandato i suoi ricordi solo attraverso le luci della diga.
Appena il sole sarebbe balzato al di là della vetta più alta.
Luci che non avremmo potuto mai raggiungere senza la luce, solo luci di ricordi.
Di un mondo lontano, ormai irraggiungibile, quasi dimenticato.
Gli uomini cuccioli erano contenti e un po' intimoriti.
Felici del paradiso raggiunto, inquieti per aver abbandonato tutte le certezze, le comodità, le sicurezze del mondo delle luci elettriche, ormai irraggiungibili, lontane, sulle alte torri della diga, come totem a ricordo di arcane divinità.
Non avremmo potuto tornare indietro, non più.
Dovevamo accontentarci del paradiso.
Almeno per qualche giorno.
Obbligati ad affrontarlo, a comprenderlo, a viverlo.
Il paradiso della bellezza e dell’incertezza, delle albe rassicuranti, dei tramonti senza luce, pieni solo del silenzio del buio e delle inquietanti voci degli animali del bosco.
Ero il loro Peter Pan.
La loro guida, per quei cinque uomini cuccioli.
E non potevo far trapelare loro le mie uguali gioie, le uguali preoccupazioni.
Solo pensieri felici, per poter volare.
Abbiamo costruito insieme la tavola rotonda, per i cavalieri della notte..
Fatta di rocce antiche, ma salde, una tavola con al centro un braciere per scaldarci, e sedie intorno.
Di rocce antiche e salde.
Erano felici e laboriosi gli uomini cuccioli, nel cercare, nello scoprire il “pezzo” giusto per la tavola rotonda.
Per la notte che sarebbe arrivata, per il suo buio, per le sue paure, il suo freddo, i suoi silenzi e rumori.
La notte del paradiso, che quando scende il sole sembra divenire inferno.
Abbiamo raccolto legna secca, tutta quella che abbiamo trovato.
Per esorcizzare l’inferno e il suo freddo.
Non sono mai stato il loro comandante, solo il loro Peter Pan.

Raccolti intorno al fuoco, nella notte fonda, ho raccontato loro storie e inventato filastrocche.
Di paura anche, per non averne, perché è fatta di nulla la paura, anche nel freddo buio della notte del paradiso.
Adesso sono uomini.
Non più cuccioli, sono cresciuti.
Con dentro quel ricordo perenne, dopo essere tornati dai totem elettrici.
Io?
Non sono cresciuto, non posso farlo.
Peter non può crescere, può solo cercare di avere pensieri felici per poter volare, e far volare.
Uomini cuccioli o uomini cresciuti.
Sono rimasto Peter Pan.
Nella mia piccola isola di inferno e paradiso.
Senza più alcuna necessità di totem elettrici, neppure all'orizzonte.


FranzK.


Nessun commento:

Posta un commento