venerdì 6 gennaio 2012

Furti da Befana.





Un anno e mezzo fa, dopo la separazione mi sono trasferito.
Sono spiaggiato in riva al lago dei miei sogni.
In un piccolo, tranquillo e silenzioso paesino.
Apparentemente normale, riservato e composto da persone laboriose e “normali”.

È proprio vero che a tutto ci vuole il suo tempo.
E pian piano sto scoprendo che pur silenzioso e riservato è un posto un po' particolare.
Dove se io personalmente vengo considerato tra i più “normali” figuratevi gli altri.
Sul mio conto pende solo una domanda strisciante: “ma cosa fa quello li?”.

Un paese di matti insomma.
Nel senso buona della parola.
Il mio giardiniere ha diffuso la notizia che mi occupo di nucleare.
La parrucchiera che costruisco arti artificiali.

Il muratore che organizzavo festini di dubbia moralità.
Ma adesso che non ne faccio più, dormo tendenzialmente quasi tutto il giorno.
Molti si chiedono perché ho un cartello “attenti al cane” e non posseggo amici pelosi.
Altre voci mi qualificano come uno che fa cose strane, sostenute da potenti multinazionali.

Non so cosa si intenda per strano, ma cose comunque molto segrete.
Il più insistente è il verduriere, che ormai evito accuratamente non fosse per gli strani sguardi che mi rivolge.
Non parliamo della rivendita di formaggi, che se non compri almeno un mezzo chilo per tipo passi per tirchio.
Forse la cartolaia è tutto sommato la più normale, e se ti serve qualcosa basta che chiedi a lei o alla parrucchiera e “oplà”, in mezza giornata ti trovano da una barca a una roulotte.(gratis ovviamente).

Dimenticavo il “professore”, personaggio buono tanto quanto permaloso e triste.
Lui e un altro tizio che lavora per qualche televisione, si divertivano fino a poco tempo fa a spacciare l’esistenza del “pesce caronte” che avvolgendosi intorno all’elica della barca ti poteva traghettare sull’altra sponda.
Piuttosto che convincere seriamente un tipo che chiamava la morosa albanese e lei non rispondeva.
Ovvio è questione di fuso orario: se chiami alle otto là sono le nove e devi aspettare quell’oretta al telefono perché lei risponda.

Poi ci sono vari inventori.
Poco conosciuti ma molto attivi.
Quello che ha inventato gli sci d’acqua piuttosto che aerei biposto motorizzati con un vecchio motore di una lambretta.
Dimenticavo: il “professore” avevo molti proseliti perché preparava toast speciali, al cibo per pesci.
Per una sua ammiratrice che veniva appositamente dalla Svizzera la variante al tabasco e smarties.

Ecco perché mi hanno concesso la cittadinanza senza batter ciglio.
C’è voluto il suo tempo per capirlo ma alla fine me ne sono fatta una ragione.
E sono tranquillo.
Nel sentirmi proprio normale qui, quasi il più normale di tutti, è una bella sensazione.

Adesso vi dico cosa accadrà stanotte.
Vi racconto di una antica tradizione di questo paesino di matti buoni.
Non si può sempre tediarsi con le crisi e i pensieri introspettivi no?
Una tradizione locale molto antica, rivisitata in stile moderno.

Bene, il piccolo borgo è composto essenzialmente da due frazioni.
Una, quella storicamente ( solo storicamente ve lo assicuro …..) più povera, arrampicata sulla montagna.
E un'altra (storicamente senza assicurazioni …) più ricca, che si allarga su una piana fino al lago.
La seconda è una zona residenziale composta per lo più da ville e villette di un certo livello.

Stanotte i ragazzi del paese (ce ne sono tanti, tutti tra i 20 e 25 anni) organizzeranno la retata.
Verso la zona residenziale ricca ovviamente, sostituendosi nella tradizione popolare ai poveri della montagna.
E “ruberanno” tutti gli oggetti che troveranno nei cortili o comunque al di fuori delle case.
Ammucchiandoli nella piazza principale del paese.

Le forze dell’ordine cercheranno ovviamente di evitare la cosa, in una specie di gioco a “guardia e ladri” senza galera ovviamente.
Una azione più che altro di dissuasione che comunque movimenterà tutta la notte.
Anche i proprietari oggetto dei possibili furti potranno difendersi.
Con secchi di acqua fredda.

L’indomani ovviamente la piazza sarà colma di un mucchio di oggetti i più disparati.
E i “ricchi” andranno a visionare e riconoscere i propri.
I “poveri”, i “ladri” saranno lì al loro servizio.
E basterà elargire a loro, da parte dei primi,  una piccola somma di denaro affinché  riportino subito le proprietà al loro posto.

Era un modo simpatico per far festa.
Avere qualche monetina per fare in modo che la calza della Befana contenesse qualche arancia e qualche caramella anche per i figli dei più poveri.
Oggi è solo una tradizione.
Per non dimenticarsi, in un modo semplice e simpatico, il principio di equità.

Un paese di matti.
Tutti buoni.
Io non so bene cosa farò.
Ma ormai classificato come “normale” penso che starò a guardare, a godermi la festa, in questa strana Nottingham Forrest. J

FranzK.

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